giovedì 20 novembre 2008

Numeri che non si possono ignorare


La violenza in Messico non sembra cessare e il numero di morti, vittime dei cartelli della droga, radoppia di giorno in giorno. La criminalità organizzata nella scorsa settimana si è infatti portata via altre sette vite, due fra queste nello stato di Michoacán nell'est del paese, le altre cinque a Tijuana nella Bassa California. Le prime due vitteme sono state uccise nel centro di Pátzcuaro, una delle località più turistiche di Michoacán. Gli altri 5 omicidi sono avvenuti a Tijuana e i corpi sono stati ritrovati in diverse parti della città con evidenti segni di tortura e con mutilizioni.
A Ciudad Juárez nello stato di Chihuahua, a nord del paese, sono stati ritrovati i corpi senza vita di dieci persone, anche in questo caso sui corpi erano evidenti i segni di tortura e su uno di essi è stato ritrovato un biglietto con la frase "carnitas para los marranos de la Línea y los Aztecas" .

Si presume che gli omocidi di Ciudad Juárez siano stati organizzati dal cartello di Sinaloa contro cellule di sicari dei rivali del cartello di Juárez.
Il cartello di Sinaloa, guidato da Joaquín "Chapo" Guzmán, contende al cartello di Juárez, guidato da Vicente Carillo, detto "El Viceroy", il monopolio della droga nel territorio, questo ha dato vita a una guerra che durante il 2008 ha fatto, solo nel territorio di Chihuahua, 1500 morti.

Questi numeri si riferiscono solo a una parte delle vittime del narcotriffico, che nel 2008 ha provocato in tutto il territorio messicano 4500 omicidi, una vera e propria guerra sotterranea contro cui il governo federale non riesce a prendere misure efficaci.

La scelta da parte del governo di mettere in campo 36.000 militari si è infatti dimostrata quasi inutile, soprattutto a causa della corruzione, altra grande alleata del narcotraffico. Solo la settimna scorsa i federali hanno arrestato 21 agenti di polizia municipale e statale, sospettati di rapporti coi cartelli del narcotraffico.