venerdì 25 luglio 2008

Messico: un narcostato


Riportiamo di seguito un estratto dell'articolo di Gennaro Carotenuto su Latinoamerica.


Siamo già a 1.700 morti nel corso del 2008. La settimana scorsa a Sinaloa un banda di narcos ha preso in ostaggio decine di persone nel porto turistico di Mazatlán, giustiziandone nove per vendicare la morte di uno dei figli di Joaquín "el Chapo" Guzmán, il Pablo Escobar messicano. E’ solo l’ultimo episodio di una violenza senza precedenti. Lo Stato messicano sta perdendo la battaglia. Tutto il Nord del Messico sta diventando un narcostato e l’unica risposta è il Plan Mérida, la militarizzazione del territorio voluta dagli Stati Uniti.
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A Sinaloa si scontrano le bande del Chapo e quella di Arturo Beltrán Leyva. Lo fanno con bazooka, granate, armi da guerra. E’ una guerra costante tra narcos, tra narcos e Stato, tra narcos e polizia. Quest’ultima o è complice o non ha gli strumenti materiali per difendersi dai veri e propri eserciti privati che controllano parti importanti del territorio, soprattutto in stati come Sinaloa, Michoacán, Tamaulipas, Chihuaua.
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A tutto ciò la risposta del governo di Felipe Calderón, da due anni a questa parte, è stata la militarizzazione del territorio in sinergia col governo degli Stati Uniti che stanzia almeno 400 milioni di dollari l’anno nella cosiddetta “iniciativa Mérida”. Miglioramenti però non se ne vedono e secondo le associazioni di diritti umani la presenza dell’esercito ha portato solo ulteriore violenza. L’esercito è diventato così un fattore ulteriore di instabilità con episodi come quello di due anni fa nel Michoacán, quando un intero squadrone di truppe speciali dell’esercito disertò e passò letteralmente armi e bagagli dallo Stato al narcotraffico.
Secondo l’ONU il Messico è oggi, con l’Italia e la Colombia, uno degli stati dove la criminalità organizzata è più influente e contamina la vita politica del paese in ogni contesto. “I Narcos hanno una strategia per andare al potere” denuncia Guillermo Valdés, capo dei servizi segreti di Città del Messico. Forse non ne hanno bisogno.

(15 luglio2008)

1 commento:

Ross ha detto...

http://www.elpais.com/articulo/espana/Calderon/promete/Vega/estudiar/voto/inmigrante/elpepiesp/20080806elpepinac_15/Tes

Cosí ieri il País, riportava le relazioni fra il governo Messicano e quello spagnolo...l'appoggio contro il narcotraffico è ovvio, peró nn si fa nessuna menzione all'esercito o alle scelte di Calderón..Poi si sa le relazioni politiche e diplomatiche, sono sempre equilibrate da poteri e economie...In ogni caso mi sembrava interessante lasciarvi questo riferimento per raccontarvi,con piccoli spunti, qui da Madrid, come è vista la realtá che, tanto spagnoli quanto messicani, definiscono "de la otra parte del charco"